MARCO CHI?

Ciao, sono Marco Gallicani, quello sulla destra, e per la terza volta ho accettato la proposta del Partito Democratico di candidarmi al Consiglio Comunale l’8 e il 9 giugno prossimo.

Negli ultimi anni ho fatto tante cose che mi piace pensare abbiano cambiato un po’ in meglio il mondo reale dove viviamo e grosso modo le trovi tutte qui sul blog.

Ce ne sono alcune di cui vado più orgoglioso, tipo il Pedibus o la Festa della Pace, o la revisione delle vie cittadine in chiave femminista o il nuovo Parco don Camillo o il progetto Aiutano gli Altri durante la pandemia, ma in realtà in Consiglio Comunale si lavora soprattutto sulle politiche d’indirizzo, che sono le più difficili da raccontare.
Però tutto il lavoro sul sostegno alle spese per i centri estivi o quello sul riconoscimento dei bimbi nati a Fidenza da genitori extracomunitari, il paziente lavoro sui diritti umani o la delibera che impegna il Comune a rivedere il piano di accesso al centro storico per i furgoncini sono atti importanti tanto quanto l’inaugurazione di un cantiere, secondo me.

Perchè come dicevo già per l’ultima candidatura, la politica che mi piace è quella che cambia le cose insieme, e le parole sono tra gli agenti di cambiamento più potenti che abbiamo sviluppato come esseri umani.  La politica nasce da li, dalla volontà di organizzare ed elevare a migliori sorti coloro che senza politica risolverebbero i conflitti con la forza.

La politica che mi piace sviluppa una visione e la fa diventare una missione, partendo dal basso.

Lo diceva molto meglio Tom Benetollo, un sacco di tempo fa: “In questa notte scura, qualcuno di noi, nel suo piccolo, è come quei lampadieri che, camminando innanzi, tengono la pertica rivolta all’indietro, appoggiata sulla spalla, con il lume in cima. Così, il lampadiere vede poco davanti a sé, ma consente ai viaggiatori di camminare più sicuri. Qualcuno ci prova. Non per eroismo o narcisismo, ma per sentirsi dalla parte buona della vita. Per quello che si è.”

Quello che si è orienta quello che si fa. In ogni azione politica si può scegliere se vedere dell’ottimo o del pessimo, è un periodo questo dopo la pandemia che ci si diverte così, a scaldarsi l’uno contro l’altro fino a far evaporare il buon senso. Per questo anche il Consiglio Comunale può evitare che il sovranismo accattone, il razzismo manifesto e l’arroganza fascistoide attecchiscano anche a Fidenza.

Gli ultimi dieci anni sono stati tosti. Abbiamo fatto tanto, ma tantissimo resta da fare, io non rinnego quasi niente di quello che ho votato (e quando l’ho fatto a fatica l’ho detto e l’ho scritto), ma so bene che a questo giro va a votare gente che nel 2014 non abitava a Fidenza e giovani che al tempo avevano 10 anni al massimo. A loro va raccontato il futuro, non declamata una ricetta in dialetto.

Queste persone la diseguaglianza la vivono, le differenze di reddito le vedono nei certificati Isee, la temperatura che sale la sentono sulla loro pelle, i nuovi cittadini li vedono nelle piazze, nei parchi e a scuola.

Fidenza può essere la città di tutti e di tutte, non di pochi che poi son sempre meo. Fidenza può essere capace di futuro. La nostra sanità può essere dedicata a tutte le fragilità, i nostri servizi sociali possono proteggerci, il nostro verde può darci sollievo e la nostra creatività può animare il nostro tempo libero.

Mi candido nella lista del Partito Democratico  non in una piccola lista dove tutti la pensano esattamente come me, perchè questo ho capito quando ho aiutato, nel mio piccolo, la mia amica Elly a diventarne segretaria.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.