Un discorso per il nuovo Consiglio Comunale di Fidenza

Il 24 giugno si è insediato il nuovo Consiglio Comunale. Questo è il (piccolo) discorso scritto per l’apertura dei lavori.

800px-Decrescenzo2Buonasera a tutte e a tutti.
Solitamente queste dichiarazioni sono compassate al limite del noioso.
No, noi invece vogliamo esternare tutta la nostra gioia, una contentezza quasi animalesca, certo infantile nel vederla, Signor Sindaco, su quella poltrona. I motivi sono semplici: ci abbiamo lavorato moltissimo, perché accadesse, e ci sembra di vedere su quella poltrona tutti i fidentini.

E ci sembra di vederci specialmente gli ultimi, che sono quelli che normalmente non hanno rappresentanza, tantomeno politica. E dagli ultimi, ovunque si trovino, parte il viaggio della sinistra, non serve scomodare Norberto Bobbio per ribadirlo. Ecco, a loro va il nostro accorato appello: considerate questo gruppo di maggioranza come il vostro gruppo.

Noi saremo per voi e per tutti i fidentini quello che De Crescenzo fu per la filosofia dei miei licei: la spiegheremo, la renderemo chiara trasparente, per quanto possibile divertente. Lotteremo contro l’asimmetria e l’apatia, contro quell’esasperato effetto delega che vi vorrebbe distanti in questi 4 anni e pochi mesi che ci rimangono per governare Fidenza. Noi faremo quello che ci avete chiesto di fare con il voto di giugno in modo partecipato, collettivo. E proveremo a ridare alla parola “politica” un valore affettivo.

Lo faremo con il piglio delle persone che vivono qui, ora, ma pensano anche a tutto quello e a tutti quelli che non vivono ne qui, ne ora. Saremo rivoluzionari, in questo senso, perché cercheremo sempre il bene maggiore da donare agli altri, per migliorarne l’esistenza. Non certo soddisfatti di essere entrati dentro le stanze del potere, ma al contrario convinti, persuasi – come disse Nenni a chi glielo chiese – che “il vero potere è giustamente altrove”.

Ci piacerebbe che nei prossimi mesi ed anni la nostra città smettesse di considerarsi solo un grande paesone e accettasse la sfida con la modernità. Che significa (anche) interagire con quel che accade, nella modernità e con chi la abita, giovane o vecchio. Altrimenti, giocandosela tutta in difensiva, si protegge quel (poco) benessere che è rimasto e ci si (auto)condanna a diventare un satellite.

Siamo arrivati a questa serata ripetendo che in questo momento storico dobbiamo saper lanciare il cuore oltre l’ostacolo – e farlo come comunità. Perchè anche la politica locale ci può e-ducare, ci può portare fuori dai dibattiti confusi e dai personalismi stanchi verso il meglio.

-per valorizzare il ruolo delle donne, o perlomeno smetterla di giocare tutto sul piano della mascolinità.
-per rispondere alle domande che provengono dai “naturalmente disillusi” e coltivare anche le loro speranze.
-per decidere “con la gente” cosa cambiare, e quando farlo.
-per lavorare su ambiente, cultura e innovazione tecnologica.

Fidenza è una rete che si alimenta di relazioni e partecipazione. Di regole condivise, di diritti e doveri reali. Di speranze pazienti, di limiti da riconoscere e da superare, se possibile.

Nn abbiamo paura dell’impegno che questo ci chiederà perché, cito il poeta Benedetti, “con gente come questa mi impegno a qualsiasi impresa, giacché per il solo fatto di averla al mio fianco mi considero ben ricompensato”

“Mi piace la gente che vibra,
Che non devi continuamente sollecitare
E alla quale non c’è bisogno di dire cosa fare
Perché sa quello che bisogna fare
E lo fa in meno tempo di quanto sperato.

Mi piace la gente che sa misurare
Le conseguenze delle proprie azioni,
La gente che non lascia le soluzioni al caso.

Mi piace la gente giusta e rigorosa,
Sia con gli altri che con se stessa,
Purché non perda di vista che siamo umani
E che possiamo sbagliare.

Mi piace la gente che pensa
Che il lavoro in equipe, fra amici,
È più produttivo dei caotici sforzi individuali.

Mi piace la gente che conosce
L’importanza dell’allegria.

Mi piace la gente sincera e franca,
Capace di opporsi con argomenti sereni e ragionevoli

Mi piace la gente di buon senso,
Quella che non manda giù tutto,
Quella che non si vergogna di riconoscere
Che non sa qualcosa o si è sbagliata

Mi piace la gente che, nell’accettare i suoi errori,
Si sforza genuinamente di non ripeterli.

Mi piace la gente capace di criticarmi
Costruttivamente e a viso aperto:
Questi li chiamo “i miei amici”.

Mi piace la gente fedele e caparbia,
Che non si scoraggia quando si tratta
Di perseguire traguardi e idee.

Mi piace la gente che lavora per dei risultati.
Con gente come questa mi impegno a qualsiasi impresa,
giacché per il solo fatto di averla al mio fianco
mi considero ben ricompensato”

Autore: marcogallicani

www.gallicani.it

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